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Cos’è il Best Execution nel Trading?

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    Quando si parla di Best Execution nel Trading ci si riferisce ad una serie di comportamenti, misure e regole precise dettate da organi competenti (in questo caso la CONSOB, atti a garantire all’utente, da parte degli intermediari, l’escuzione di ordini nella maniera più soddisfacente possibile, con il miglior risultato possibile, a prescindere dalla sede di esecuzione, facendo riferimento al prezzo, al costo, alla probabilità di esecuzione, alla dimensione e alle caratteristiche dell’ordine.

    Best Execution

    Best Execution

    Best Execution: definizione

    Tradotto letteralmente dll’inglese, Best Execution significa “la miglior esecuzione“, e in ambito di Trading sta a significare l’obbligo per gli intermediari di adottare tutta una serie di misure e meccanismi efficaci per ottenere i migliori risultati possibili per i loro clienti. L’esecuzione, in pratica, è tutto ciò che riguarda l’inserimento, la modifica e/o la cancellazione degli ordini effettuati sul mercato. Si tratta dunque di quella che è la parte finale di un processo che parte dall’analisi approfondita e specifica del mercato nel quale si intende operare.

    Operatività metodica e discrezionale

    In questo frangente è comunque sempre il trader che mette l’ultima parola oppure che decide se e come, e dove esattamente inserire il trade. Non parliamo però di trading sistem che genera in automatico dei segnali che poi eseguono automaticamente nel mercato. Per tutte le metodologie che invece hanno diversi gradi di discrezionalità, l’esecuzione diventa assolutamente cruciale, per tutta una serie di ragioni che andiamo adesso ad esaminare.

    Operatività a breve e brevissimo termine

    Innanzitutto possiamo dire che tanto più si agisce in questi tipi di operatività tanto più l’esecuzione incide sul profitto o meno. Riuscire infatti a calibrare l’esecuzione, a parità di conoscenza e a parità di capacità di lettura dell’andamento del mercato può fare la differenza per un trade di breve termine tra il guadagnare o perdere anche molto. La velocità con cui l’intermediario interpreta i segnali che danno un ingresso o un’uscita, la precisione oppure la capacità di capire quando è necessaria un tot di flessibilità o al contrario stringere più velocemente uno stop sono tutte peculiarità in grado di far svoltare in un senso o in un altro le operazioni a breve termine.

    Trading planner

    Ci possono essere diverse modalità, in cui ad esempio si imposta un planner molto dettagliato nell’esecuzione, quindi definisce lo stop ed è definito secondo precisi e determinati parametri: in questo caso conviene far fare tutto alla macchina, programmarla e lasciarle completa autonomia; dall’altro ci può essere un trading planner troppo lascivo, in cui l’esecuzione viene definita in modo troppo “largo”, o non viene definito assolutamente lo stop o non viene stabilita una gestione di più contratti e le decisioni vengono lasciate tutto al momento in cui si è sotto pressione. Entrambe le casistiche sono eccessi che andrebbero evitati.

    Le strategie e le informazioni fornite dall’intermediario

    La finalità del Best Execution è sempre quella di individuare le sedi più appropriate per ottenere il miglior risultato per il cliente, ma ciò significa saper anche orientare il cliente stesso senza per questo ottenere benefici di nessun tipo (beni o denaro) solo per il fatto di ideare una strategia verso un certo tipo di esecuzione piuttosto che un altro. Il cliente ha sempre l’ultima parola in fatto di decisioni e ordini, che l’intermediario deve eseguire. Tutto ciò avviene in un rapporto reciproco in cui l’intermediario deve informare adeguatamente il cliente in merito alle procedure e scelte di esecuzione nonché, su richiesta, dimostrare che suddette esecuzioni siano state attuate in conformità con i dettami della CONSOB in fatto di best execution.

    Il fattore psicologico

    L’elemento psicologico influisce sicuramente nell’esecuzione: l’equilibrio emotivo che si ha nel momento dell’esecuzione è fondamentale. Quando lo status è carico e ottimale, non si sente la pressione, si è focalizzati in ciò che si fa, non c’è troppo ottimismo o pessimismo.

    Si dice “essere in the zone” e in questo caso è possibile gestire anche elementi avversi, che nel trading sono ovviamente frequenti: situazioni come uno stop improvviso e inaspettato molto veloce e poi magari il mercato riparte nella direzione desiderata, oppure un trade mancato per un attimo di esitazione in più, tutte cose che chi fa trading sa benissimo son sempre dietro l’angolo.

    Uno stato emotivo, al contrario, non perfettamente in sincronia, può scatenare facilmente nella maggior parte dei casi delle reazioni a catena che sono quasi sempre deleteri; si tenderà ad abbandonare il plan, l’esecuzione viene dettata dall’emozione del momento, e sicuramente l’esecuzione non potrà più essere nel massimo interesse.

    Vi è inoltre da considerare anche un ultimo (ma non per ultimo) aspetto, che è quello meramente “meccanico”, ovvero il lato pratico dell’esecuzione: tutto ciò che riguarda la parte software che l’intermediario utilizza. Si rivela cruciale soprattutto per le esecuzioni brevi e brevissime la capacità di riuscire a vedere a colpo d’occhio in maniera efficace tutto quello che serve per eseguire bene.

    Ecco perché chi esegue deve avere massima conoscenza dei software, delle hot keys, di tutti quei pulsanti con cui velocemente fa un certo tipo di azione, ovvero di tutto quanto è utile a velocizzare e rendere più efficiente l’inserimento, la gestione, la modifica e la cancellazione degli ordini.

    Come migliorare l’esecuzione

    Il primo aspetto è sicuramente redigere un trading planner; per via dei limiti emotivi che possono essere gestiti ma non controllati mai completamente al 100% è sempre bene mettere dei paletti, dare alcune regole e lasciare poco alla decisione improvvisa, come anche definire bene i setup, per capire bene cosa si vuole vedere per impostare i clic.

    In definitiva, l’abilità del trader discrezionale è diventare efficiente ed efficace nel gestire quel piccolo grado di discrezionalità che viene lasciato in fase di esecuzione.

    Chiaramente questo grado di discrezionalità dovrà essere tanto più piccolo quanto è minore l’esperienza; è sempre meglio, soprattutto se si è inesperti, definire molti più dettagli possibili nell’esecuzione per lasciare più ampio margine via via che l’esperienza cresce.

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